domenica 8 maggio 2016

Malesia e Thailandia, sfumando dal verde all'azzurro

Dopo aver trascorso l’estate in Italia, finalmente si riprende l’aereo per le vacanze invernali!
Partiamo il 26 dicembre, volo KLM per Kuala Lumpur con scalo ad Amsterdam di 7 ore…ne approfittiamo per fare un giro della città. Ci siamo già stati, ma Amsterdam è sempre piacevole da vedere.
Amsterdam

Amsterdam

Arrivati a Schiphol, lasciamo i nostri bagagli a mano nel deposito (7 euro per 24 ore) e prendiamo il treno per la città. In un quarto d’ora circa arriviamo in centro.

Amsterdam


diluvio a Kuala Lumpur
Passeggiamo tra i canali, pranziamo e respiriamo “anche” un po’ di atmosfera post-natalizia!
Ritorniamo in aeroporto in serata, da dove si riparte per la Malesia!
Atterriamo a Kuala Lumpur nel pomeriggio e prendiamo un pullman (10 rm) per la stazione Puduraya, che si trova a due passi da Petaling Street, dove abbiamo prenotato l’hotel.

Appena arrivati alla reception si scatena un vero diluvio! Così, collegati al wifi dell’hotel, aspettiamo che spiova acquistando on-line i biglietti del pullman per Tanah Rata (Cameron Higlands) per il giorno dopo.







28 – 29 dicembre – Cameron Highlands

TBS
Usciamo dall’hotel per raggiungere la stazione dei bus TBS (Terminal Bersepadu Selatan). Il pullman 609, che ferma non distante da Petaling Street, raggiunge direttamente la stazione, senza fermate intermedie. Paghiamo 2 rm a testa (si deve averli giusti) e in meno di mezzora arriviamo a TBS. Recuperiamo i nostri boarding agli sportelli dedicati a chi ha acquistato online e alle 9.30 partiamo alla volta delle Cameron Highlands.
Il bus è comodo, in circa 4 ore siamo a Tanah Rata, usciamo dalla stazione dei pullman e raggiungiamo a piedi la nostra guesthouse, Father’s GH. È comoda, vicina alla strada principale, ma lontana dal traffico, la camera è spaziosa, i proprietari molto gentili e la casa è carina. Nel pomeriggio facciamo qualche passeggiata e decidiamo di prenotare un’escursione in un’agenzia per il giorno successivo.

piantagioni di thè

Alle 8.30 vengono a prenderci in guesthouse con una jeep. Si parte!  Andiamo a visitare un “allevamento” di farfalle, una piantagione di fragole, saliamo in cima al Monte Brinchang (2032 m) e la guida ci porta a fare una “piacevole” passeggiata nel fango della Foresta di Muschio!

Mussy Forest

Vediamo ancora dei mercati, il time tunnel e  le bellissime BOH Tea Plantation.
Le piantagioni ricoprono colline e vallate, ci fermiamo in diversi punti lungo la strada per fare fotografie e ammirare il paesaggio. Le colline sembrano ricoperte di batuffoli di cotone verde, i cespugli danno l’impressione di essere soffici e delicati. Al centro visitatori visitiamo la piccola fabbrica dove vengono lavorate le foglie di thè e un piccolo museo fotografico dove si può leggere qualcosa sulla storia della piantagione.

piantagioni di thè

piantagioni di thè

Facciamo una passeggiata tra i cespugli di thè, alcuni sono stati tagliati da poco, in altri invece si vedono le foglioline nuove che verranno presto tagliate e lavorate. È indubbiamente un luogo affascinante da vedere, ma fa anche capire quanto la vita degli operai  debba essere  faticosa. Ci spiegano comunque che la piantagione da’ ai lavoratori delle “case”, ma anche servizi come scuole e negozi. Gli operai sono quasi tutti stranieri, solo i responsabili sono malesi.
ancora thè

ancora thè

































Torniamo a Tanah Rata nel pomeriggio. La sera mangiamo un piatto tipico cinese: il tom yum steamboat. 


Ci portano una pentola con del brodo su un fornelletto a gas, accompagnata da svariati piatti di verdure, noodle, uova e carne che noi facciamo cuocere direttamente in pentola. Buono, abbondante e molto divertente visto il casino che riusciamo a combinare!



30 – 31 dicembre – Georgetown

Il mattino del 30 dicembre partiamo in pullman alla volta di Penang. Il viaggio dura circa 4 ore, arriviamo alla stazione centrale, che si trova a pochi passi dai traghetti che portano a Georgetown





Il traghetto costa ben 1,2 rm a testa! In un quarto d’ora siamo al jetty di Georgetown e da lì a piedi, sotto un sole cocente, arriviamo alla nostra guesthouse, Malabar Inn. Il proprietario, gentilissimo, ci accoglie con un bel bicchiere di acqua fresca, poi ci da delle mappe di Georgetown e dell’isola e ci mostra tutte le cose da vedere e come raggiungerle. La camera si trova in un edificio rimesso a nuovo da poco, è spaziosa e pulita. Inoltre la guesthouse si trova a pochi passi da Lebuh Chulia e Love Lane e a 10 minuti a piedi da Lebuh Armenian, la via degli artisti.

Lasciati i bagagli in camera, usciamo subito alla scoperta della cittadina.
Lebuh Armenian è una via davvero affascinante, si possono vedere opere artistiche, murales e piccole botteghe.  
Vicino ad Armenian Street si può visitare il Khoo Kongsi, un edificio in cui le famiglie cinesi con lo stesso cognome si riunisco per aiutarsi reciprocamente. Ha sempre svolto un ruolo di primaria importanza per la comunità cinese locale e ancora oggi molte attività si svolgono all’interno del Kongsi, come l'educazione dei bambini o la risoluzione di controversie tra membri. Costruito circa 650 anni fa, il Khoo Kongsi ha rappresentato la spina dorsale della comunità Hokkien a Penang. È una struttura riccamente decorata: sculture in pietra, murales, pannelli decorativi e numerose lampade di carta.
Khoo Kongsi
Passeggiamo fino al Fort Cornwallis, ma non entriamo visto che lo sconsigliano tutti, vediamo la Victoria Memorial Clock Tower  e prendiamo i biglietti del traghetto per Langkawi in una delle tante biglietterie che si trovano nella piazzetta della Torre.
Per cena ascoltiamo il consiglio del proprietario della guesthouse e andiamo al Red Garden food paradise. Un agglomerato di cucine, bancarelle,  tavoli e sedie, tutto attorno ad un palco. Prendiamo del pesce, dei ravioli e dei noodle, tutto squisito.

Il giorno dopo partiamo abbastanza presto e andiamo a prendere il pullman 101, che va verso il Penang National Park, e ci feriamo ai due templi che si trovano lungo la strada: il Wat Chaya Mangalaram e il Dhammikarama Temple.  Il primo accoglie una statua di 33 metri di Buddha, conosciuto come il Temple of the Reclining Buddha. Il tempio è coloratissimo e molto decorato. Siamo soli, facciamo due passi in piena tranquillità e poi ci spostiamo nell’altro tempio, proprio di fronte.


Temple of the Reclining Buddha

Si tratta di un grande tempio birmano, immerso in un bellissimo giardino. Al suo interno regna una pace assoluta, anche i rumori esterni sembrano lontanissimi. Lungo il corridoio che porta al tempio, è possibile vedere la storia di Buddha rappresentata su dei quadri. Passeggiamo nel giardino e visitiamo gli edifici, immersi in una piacevole atmosfera.


Spice Garden
Risaliamo sul bus e, in circa mezzora (giusto il tempo di congelarci con l’aria condizionata), arriviamo allo Spice Garden.
Fatti i biglietti (27,60 rm a testa), ci riempiamo di antizanzara e passeggiamo nel bellissimo giardino, ricco di piante tropicali, spezie e alberi sconosciuti. Carino.
Finito il giro, risaliamo in autobus e torniamo in città. Passiamo attraverso il coloratissimo mercato cinese e a piedi raggiungiamo Armenian street. Passeggiamo fino al Chew Jetty, dove ci sono diversi negozietti e abitazioni su palafitta.
Il caldo è davvero pesante, decidiamo di cercare un taxi direttamente al jetty, che ci porti fino al Kek Lok Si Temple (Tempio della beatitudine suprema). Si tratta del più grande tempio buddhista in Malesia, costruito nel 1890 e ad oggi una delle icone del paese. È un complesso enorme e spettacolare, costruito su una collina circondata da giardini, ed è meta di pellegrinaggio soprattutto per i cinesi. Con la funicolare (6rm a testa salita e discesa) andiamo in cima a vedere la statua di 30 metri  della dea della misericordia, Kuan Yin. Dalla terrazza si vede la città sottostante.


Kek Lok Si temple

Torniamo giù e ci avviamo alla base. Da qui parte il percorso a piedi per andare al tempio, che, per lo meno nella sua parte iniziale, è un vero e proprio souk!
Torniamo a Georgetown in pullman e finalmente ci riposiamo un po’ al fresco in camera prima di uscire per cena.
il murtabak
Decidiamo di andare sul sicuro e così torniamo al Red Garden, ma prima facciamo “l’aperitivo” da Hammediyah, dove proviamo l’ottimo murtabak, una specie di frittatona ripiena di carne e cipolla. Davvero gustoso.

Al Red Garden ci accomodiamo in uno dei pochi tavoli ancora disponibili, è il 31 dicembre ed è quasi tutto prenotato! Occupato il tavolo, andiamo a ordinare la cena: un pescione e un po’ di gamberoni alla griglia e poi diversi tipi di ravioli al vapore. Ottima cena!
Non restiamo fino a mezzanotte, siamo stanchissimi e alle 23 stiamo già dormendo!
Storia che ormai si ripete da anni, da quando siamo stati in Laos la prima volta.  

1 – 3 gennaio – Langkawi

il simbolo di Langkawi
Il primo gennaio alle 8.30 prendiamo il ferry, che in circa 3 ore ci porta sull’isola di Langkawi. Il viaggio in traghetto va bene, il mare è calmo. La temperatura all’interno però è gelida. Felpa, sciarpa e kway non ci risparmieranno tosse e raffreddore!
Arriviamo al Jetty che si trova vicino alla città di Kuah. Qui compriamo subito i biglietti per Koh Lipe, dove ci sposteremo il 3 gennaio.
In taxi andiamo al Ten street Motel, a Kuah. Preso possesso della camera, il gestore del motel ci fa portare un motorino, che abbiamo deciso di noleggiare per i due giorni che staremo sull’isola (40 rm al giorno).


dal Gunung Raya

Partiamo subito in esplorazione, iniziamo dal Gunung Raya, il monte più alto dell’isola. Percorriamo la strada che, curva dopo curva, porta fino in cima, parcheggiamo e saliamo sulla torre. Dalla terrazza si può ammirare una bella vista dell’isola, circondata da tante altre isolette. Carino.




Riprendiamo il motorino e ci dirigiamo verso Pantai Cenang. Facciamo una passeggiata tra i negozietti di souvenir e poi ci sediamo in spiaggia a bere qualcosa durante il tramonto.



Ceniamo in uno dei tanti ristorantini che ci sono sulla via principale (cibo non degno di nota) e poi torniamo a Kuah.



Il mattino dopo partiamo per l’altro lato dell’isola, passiamo da Pantai Kok, una spiaggetta bianca molto carina e deserta e andiamo allo Sky Bridge. Lasciamo il motorino nel parcheggio e ci avviamo verso le biglietterie. Code lunghissime. Scopriamo però che è possibile fare dei biglietti express (80 rm a testa), così saliamo quasi subito sulla funicolare che ci porta in cima, da dove, a piedi o con un ascensore, si può scendere al ponte sospeso.
Scattiamo un po’ di foto dal ponte, il panorama è davvero incantevole, tante isolette incastonate nell'acqua brillante e una foresta lussureggiante che ricopre l’isola. Davvero un belvedere!





Torniamo giù e andiamo a vedere la Seven Wells Waterfall. Carina, ma sovraffollata!!
Rieccoci in strada, questa volta si va a nord. Arriviamo fino a Tanjung Ruh Beach. La spiaggia è di proprietà del Tanjung Ruh Resort e per accedere è necessario registrarsi firmando un foglio. L’ingresso è consentito solo fino alle 17.30. La spiaggia è grande e bianca. Bellissima, con degli isolotti davanti che rendono il paesaggio davvero suggestivo. Peccato che il mare sia pieno di meduse…niente bagno oggi, pero’ che bel tramonto!






3 – 6 gennaio – Koh Lipe

Arriva il 3 gennaio, girovaghiamo ancora un po’ per l’isola e all’ora di pranzo, zaini in spalla, con il motorino andiamo al Jetty. 
 

La trafila per l’uscita dalla Malesia è abbastanza lunga, bisogna lasciare i passaporti alle addette della società dei traghetti, che procedono alla registrazione, e poi si passa all’ufficio immigrazione.
Si parte finalmente per Koh Lipe! Il traghetto ci impiega circa 1 ora.


tramonto da Pattaya Beach

Veniamo lasciati su una piattaforma davanti a Pattaya Beach, da dove, con una long boat, veniamo portati sulla spiaggia. Recuperiamo i passaporti e ci mettiamo in fila all'ufficio immigrazione che e’ proprio sulla spiaggia.
Finalmente abbiamo il nostro timbro della Thailandia!
Con i nostri zaini ci incamminiamo sulla walking street e raggiungiamo La Luna Guesthouse. Abbiamo prenotato una camera tramite booking. I proprietari sono due simpatici genovesi, la camera è molto confortevole, carina e molto pulita. Quando torneremo a Koh Lipe, alloggeremo di nuovo alla Luna. Consigliatissima! Niente male anche il ristorante.
Le spiagge di Koh Lipe sono molto belle e, ovviamente, molto frequentate, ma mai troppo piene.
Pattaya è una lingua di sabbia bianca e simile al borotalco, ci sono molti hotel, guesthouse e ristoranti. È la spiaggia dove si arriva e da dove partono barche, traghetti ed escursioni. Infatti ci sono tantissime barche ormeggiate a riva. Bella, peccato sia troppo trafficata!
A Sunset beach la sabbia è più dorata, una piccola baia rivolta verso ovest da dove si può godere di un bel tramonto.


Sunset Beach

Sanom beach è una piccola spiaggia che si trova subito dopo Pattaya, un sentiero in mezzo agli scogli le unisce.


Sunrise Beach

Sunrise Beach

Sunrise beach è la spiaggia più bella. Bianchissima sabbia farinosa che si estende lungo tutta la costa est. Davanti si vedono altre isolette e la bellissima Koh Adang. La spiaggia è ventilata e le palme offrono un po’ di ombra, soprattutto al pomeriggio. Lungo Sunrise beach si trovano diversi hotel e guesthouse decisamente carini, si può mangiare e rinfrescarsi in uno dei ristoranti sulla spiaggia. Passiamo su questa spiaggia la maggior parte del tempo che trascorriamo sull’isola. L’effetto marea si fa sentire, ma il fondale è piuttosto profondo e quindi anche con la bassa marea si riesce a fare il bagno, soprattutto verso il fondo della spiaggia, vicino al Mountain Resort.




L’isola è interamente percorribile a piedi, ma per i più pigri c’è un servizio di moto-taxi per andare nelle spiagge più lontane.
Lungo la walking street si trova di tutto, dalle lavanderie ai negozietti di souvenir, farmacie, minimarket e ovviamente ristoranti e locali. Per mangiare c’è l’imbarazzo della scelta, diversi ristoranti propongono pesce fresco, che si compra a peso e si decide come farlo cucinare. La nostra migliore scorpacciata di pesce è l’ultima sera, con un tonnetto da 1,3 kg e 14 gamberoni alla griglia. Divini!

6 – 9 gennaio – Koh Boulon

Koh Boulon
Il 6 gennaio lasciamo un paio di zaini alla Luna, dove torneremo ancora per una notte prima di rientrare a Langkawi, e alle 9.30 partiamo con una fast boat per Koh Boulon. Il motoscafo impiega un’ora per arrivare, ci scaricano in mezzo al mare, su una longtail che ci porta alla spiaggia davanti al Pansand Resort, dove abbiamo prenotato un beach bungalow. Sbrigate le pratiche in reception prendiamo possesso del nostro alloggio. È molto semplice, non c’è aria condizionata, ma non ne sentiamo il bisogno. il bagno è un po’ datato e l’acqua della doccia fredda, però questo non è un fastidio. C’è la cassaforte e la camera è spaziosa. Insomma ci troviamo bene!
Koh Boulon

La spiaggia è bianca e lunghissima, passeggiando si arriva all’estremità opposta dove ci sono gli altri due hotel dell’isola. Lungo la spiaggia, le palme rigogliose offrono ombra praticamente tutto il giorno. È un’isola tranquilla e non molto frequentata. Durante il giorno ci “tengono compagnia” le cicale…saranno milioni…un rumore continuo tipo antifurto! In tutti i modi e’ una voce della natura a cui ci si abitua….e poi….è bella la sensazione quando cessa tutto a un tratto!
Trascorriamo tre giorni di puro relax, nuotate tra coralli e pesci, passeggiate sulla spiaggia. Bellissimo! Buono anche il ristorante del Pansand, dove è possibile assaggiare pesce fresco cucinato in diversi modi.


Koh Boulon - alba


10 – 12 gennaio – verso Kuala Lumpur 

Il 9 gennaio, verso l’ora di pranzo, riprendiamo la fast boat per Koh Lipe. Partiamo con un’ora di ritardo dovuta alle tappe che i motoscafi fanno tra Koh Lanta e Koh Lipe.
Arrivati a Koh Lipe torniamo alla Luna, dove trascorriamo l’ultima notte. Passiamo il pomeriggio a Sunrise Beach e ceniamo con dell’ottimo pesce!
Il mattino del 10 gennaio abbiamo il traghetto che ci porterà a Langkawi, dopo aver fatto la coda all’immigrazione aspettiamo di imbarcarci. Arrivati al jetty di Langkawi prendiamo un taxi che ci porta in aeroporto.
Il nostro volo per Kuala Lumpur parte con un’oretta di ritardo.
Abbiamo un paio di giorni da passare in città.

Batu Caves


Pavillion
Alloggiamo a China Town, su Petaling Street. Durante gli ultimi due giorni di vacanza visitiamo alcuni posti che non abbiamo visto nei nostri precedenti viaggi, come Batu Caves, un tempio induista che si trova sul cucuzzolo di una collina. Percorriamo i 272 scalini per raggiungere la cima. Il tempio principale si trova al centro della montagna, al quale si accede tramite un'enorme grotta, che diventa poi a cielo aperto.  Ci sono anche altri piccoli templi circondati da laghetti e giardini, con statue e ornamenti piuttosto appariscenti. Non rimaniamo estasiati.
Passiamo da Merdeka Square, su cui si affaccia il palazzo Sultan Abdul Samad. Passeggiamo nel Central Market e purtroppo non riusciamo ad entrare alla Masjid Jamek, chiusa per lavori.
Visto il caldo soffocante passiamo le ore più calde nei centri commerciali delle Petronas Tower e nel Pavillion a Bukit Bintang, i quartieri ultramoderni della città.

Segnaliamo due ristoranti che abbiamo provato nel Pavillion: Ippudo, un giapponese specializzato in ramen, e Din Tai Fung, un cinese dove si possono mangiare decine di ravioli diversi. Ottimi entrambi!

Petronas Towers

Il 12 gennaio lasciamo il nostro hotel nel pomeriggio e andiamo in aeroporto, partiamo con il nostro volo KLM per Amsterdam dove arriviamo alle 6 del mattino, alle 9 abbiamo la coincidenza per Torino, dove arriviamo in orario e pronti per l’ufficio!

Anche questa volta la Malesia e la Thailandia ci hanno colpito, bellissimi i panorami delle Cameron Highlands, l’atmosfera di Georgetown, i tramonti di Langkawi, il mare di Koh Lipe e Koh Bulon e, per finire, i mille volti di Kuala Lumpur.

Un altro viaggio, altri luoghi, altre persone, ma nonostante tutto ritroviamo le sensazioni e le emozioni che solo l’Asia ci sa regalare. Un luogo dove il nostro cuore e la nostra anima si sentono in piena sintonia con il resto del mondo. Qui troviamo davvero la nostra pace. 

Al prossimo viaggio!
Cri e Enzo